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chi canta e suona, 2003, matita grassa su foglio
pentagrammato, cm 36,3x25,5
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L’artista-medium, manipolando… oscure tracce
inerti, magicamente fa riapparire da un
offuscato sfondo musicale, una metafisica veste
femminile: immagine d’un tempo perduto
e dimenticato; ‘presenza’ poetica e
spirituale, sospesa nel tempo della memoria,
distante dai frastuoni del quotidiano. Ecco
allora che l’opera rende un silenzioso,
allegorico omaggio ai protagonisti di un’epoca
dagli alti ideali artistici come quella in cui
era vissuto Tebaldini.
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