Questa opera gioca sulla traslazione
del termine “fuga” dalla forma musicale a un
insieme di figure umane alla deriva nello spazio
indeterminato. La composizione crea una sorta di
costellazione di esseri; ovvero un contrappunto
di soggetti cosmici: metafora di individui che
si liberano dalla gr(e)avità di un quotidiano
omologante; sagome anonime, sottilmente ironiche
e inquietanti, che si diffondono come note
sonore dai toni lirico-ideologici.
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