L’opera riporta in superficie un podio, che si
trasforma in palcoscenico, e la struttura di uno
strumento indefinito fatto di segni sonori
dalle diverse intensità e frequenze; mentre in
alto appare una forma dorata, simbolo
dell’anima che sopravvive agli accadimenti
terreni. Essenziali componenti, senza peso, di
una progettualità della perdita, che
ricostruiscono il clima artistico-mistico di un
rituale, ma ideale luogo musicale appartenuto a
Tebaldini, sacralizzato dalla sua messa… a
riposo… Così, dalla scena immaginaria si
percepisce solo la presenza dell’assenza in
forme architettoniche, cromie nobili e pure.
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