GIUSEPPE VERDIIl sodalizio tra Giuseppe Verdi e Giovanni Tebaldini, che quest’ultimo riportò nel 1940 nei Ricordi verdiani (vedi “Bibliografia – scritti di”), è qui sintetizzato in forma cronologica, dal primo ascolto della musica del Maestro, fino alla scomparsa del Grande Compositore e oltre…
1875 Al Teatro Comunale di Brescia si prepara l’andata in scena dell’Aida. Un corista, coinquilino di Giovanni Tebaldini, allora ragazzo di undici anni, lo conduce ad ascoltare le prove.
1881 Primavera. Alla Scala di Milano, T. assiste alla rappresentazione del Simon Boccanegra, ma rimane deluso per non aver potuto incontrare Verdi, presente solo alla prima.
1884 Gennaio. Con alcuni compagni del Conservatorio di Milano si reca alle prove pomeridiane del Don Carlos. Un giorno vede il tenore Francesco Tamagno, poi Giuseppe Verdi.
10 gennaio. Si tiene la prima di Don Carlos. T. e gli amici sono in loggione. Verdi si presenta alla ribalta.
(s.d.) Davanti al Teatro Milanese si ferma una carrozza. Da sinistra scende Arrigo Boito che apre la porta opposta per far uscire Verdi. Insieme entrano in Teatro per assistere al Minestron, parodia del Trovatore di Edoardo Ferravilla. Anche T. entra e vede Verdi e Boito.
1893 Ogni domenica pomeriggio a Venezia in casa di Mariano Fortuny si fa salotto tra artisti. Partecipa anche Tebaldini, all’epoca direttore della Schola Cantorum di San Marco. Durante un incontro giunge notizia del successo di Falstaff. Tra i presenti c’è Frau Tode Von Bülow (Daniela), figlia di Cosima von Bülow Wagner e nipote di Franz Liszt, che riporta un giudizio positivo del nonno su Verdi.
1894 Marzo. La Presidenza della Veneranda Arca del Santo di Padova scrive a Verdi per invitarlo a produrre una Messa da eseguirsi il 15 agosto 1895, in occasione del VII Centenario della nascita di Sant’Antonio.
14 giugno. Vista la difficoltà di Verdi ad accettare la proposta, la Presidenza scrive a T., che già era stato chiamato a ricoprire il posto di direttore della Cappella Musicale Antoniana, proponendogli di comporre la Messa in onore di Sant’Antonio, che sarebbe stata eseguita qualora Verdi non avesse risposto positivamente.
21 giugno. L’editore Giulio Ricordi scrive a T. perché cerchi nell’Archivio della Cappella Marciana di Venezia una canzone, o danza popolare, utile a Verdi per l’edizione parigina di Otello. Tebaldini manda una pavaniglia di Fabrizio Caroso da Sermoneta, composta nel 1597 e pubblicata nel 1630 in una “Raccolta di varii balli” da eseguirsi in occasione di nozze.
9 luglio. Verdi scrive a Giulio Ricordi:
Ho ricevuto le melodie greche. Non vi è nulla che faccia al caso mio, nonostante interessanti, anche non credendo che sieno della Grecia e dell’Oriente […]. Ora mi abbisogna qualche cosa di Veneziano, oltre la Furlana. Vi è qualche cosa di Bizet, ma non basta. Cercate al più presto perché non c’è tempo da perdere […]. [Autografo: Archivio Storico Casa Ricordi, Milano. Lettera pubblicata in Carteggio Verdi-Boito, a cura di Medici e Conati, p. 454, e in Abbiati, Verdi, vol. IV, p. 549]
10 luglio. V. scrive ancora a Ricordi: […] Che miseria quella musica mandatami da Tebaldini. Anche in quel tempo v’era ben altro, ben altro! Ci vorrebbe qualche cosa anche di un’epoca posteriore. Cercate, Cercate! Ma tutti questi savants non ne sanno più di me! Ma allora che necessità di essere savants? Non ne vale la pena. Intanto mandatemi un[a] bella Furlana […]. [Autografo: Archivio Casa Ricordi, Milano. Lettera pubblicata in Carteggio Verdi-Boito, p. 455 e in Abbiati., cit., vol. IV, p. 549]
1895 Tebaldini pubblica l’Archivio Musicale della Cappella Antoniana di Padova che, su consiglio di Camillo Boito, architetto della Basilica di Sant’Antonio, manda ad Arrigo Boito e a Verdi.
18 febbraio. Da Genova V. scrive a Tebaldini:
[…] Voglia accettare le mie scuse, se
non le ho parlato del suo libro ch’Ella gentilmente mi inviava. Fui
a Milano per qualche tempo, e tanto occupato da non aver un momento
di quiete per leggere quella sua Illustrazione molto ben fatta, e
molto utile tanto per la parte storica quanto per la parte critica,
sempre calma, imparziale, severa e profonda. Suo Dev.: G. Verdi 22 febbraio. T. risponde a V.: […] Anzitutto La ringrazio sentitamente delle incoraggianti parole ch’ella ebbe per la modesta opera mia. Esse mi serviranno di sprone a studiar sempre con amore sulle pagine dei nostri antichi maestri. Il Te Deum del P. Vallotti da me citato a pag. 45 del libro, dev’essere a Berlino; però qui ne esistono altri due, uno a quattro voci, l’altro ad otto, con piccola orchestra. Poi havvene uno di Callegari – il predecessore di Vallotti – che pure, a mio modesto avviso, ha qualche pregio. Ma poiché Ella desidera più precise informazioni, mi permetto inviarle un volume della Musica Divina ove da pag. 402 alla fine troverà Te Deum di Anerio, Diego Ortiz ed I. Handl, tutti seguaci o contemporanei di Palestrina. Vedrà che mancano dei versetti: quelli in canto polifonico devono essere alternati con la melodia ambrosiana. Di più mi pare che tanto Orlando di Lasso, quanto Cristoforo Morales abbiano composto dei Te Deum. Spero potermi informare con precisione e poscia mi farò un dovere di comunicarle il risultato delle mie ricerche. Riguardo a quei di Vallotti, la Presidenza dell’Arca ha stabilito per massima (perdoni se oso adoperare con Lei un linguaggio simile) di non concedere il permesso di trascrizione. Ma io son ben certo che se Ella volesse farne richiesta diretta, la Presidenza si terrebbe onorata di appagare i di Lei desideri. Che se Ella non credesse opportuna tale richiesta – e questo resta gelosamente fra di noi – spero aver mezzo del pari di accondiscendere al suo desiderio. Tanto son quasi certo che dopo una prima lettura i Te Deum del Vallotti non avranno altro interesse per Lei. Con devozione profonda mi abbia intanto per suo devoto ed umile servitore. Gio Tebaldini [Originale: Archivio Carrara Verdi, S. Agata]
1 marzo. Da Genova V. scrive ancora a T.:
suo Dev. G. Verdi
(La lettera autografa è riportata in Giuseppe Verdi nella musica sacra nella sezione “Saggi di Tebaldini”)
18 marzo. T. da Padova invia a Verdi gli auguri per il suo onomastico e dice: […] Innanzi di cominciare, permetta che modestamente, ma con tutta la devozione di cui può sentirsi capace l’animo mio, Le mandi gli auguri più fervidi e sinceri per il di Lei onomastico. Possa Ella conservarsi lungamente all’affetto tacito, ma entusiasta di tanti che l’amano devotamente, rispettosamente. Venendo al contenuto della sua ultima lettera, Ella chiama lodevole l’inibizione di trarre copia della musica e dei documenti dagli Archivi, compreso il nostro. Ma io - illustre Maestro – oso contraddirla. Quale vantaggio ne avrebbero gli studiosi se un simile divieto si estendesse? Ed ai nomi illustri quale fama? Forse l’oblio!… Veda per esempio. Qui al Santo si possiedono opere quartettistiche di Tartini di un’importanza eccezionale. Chi sa che noi italiani in Tartini avremmo ragione di proclamare - pel suo tempo – la superiorità della scuola classica nostra in confronto a quella dei tedeschi?… E, se il divieto da me lamentato avesse impedito all’Haberl di trascrivere dalla Sistina le opere di Palestrina, potremmo noi giovani studiarle in oggi? Le considerazioni da Lei fatte circa all’interpretazione da dare al Te Deum sono così elevate da vincere ogni altra obbiezione. Infatti la stessa melodia ambrosiana, che cantata da mille voci è imponente e suggestiva, non fa gran caso della differenza di significato fra i capoversi da Lei citati. Autori antichi che abbiano tenuto conto di essa non ne ho peranco incontrato. Ma mi propongo di continuare nelle mie indagini. Intanto devo dirLe che il Vallotti in alcuni punti modifica sì lo stile, non però in tutti quelli citati da Lei, né in maniera tanto evidente quanto Ella giustamente sostiene dovrebbesi fare. Ho motivo di credere che la Presidenza dell’Arca potrà, quando che sia, soddisfare al di Lei desiderio di vedere quelle composizioni del P. Vallotti. In ogni caso potrò – spero – farle avere quelle dimostrazioni che bastino a convincerla di ciò che ha fatto in quel tempo il nostro antico maestro. So che i moderni non La interessano gran fatto. Però ho trovato un Te Deum di Tinel nel quale mi sembra – sia pur limitatamente – abbia avuto qua e là l’intuizione di ciò che Ella mi ha esposto. Mi permetto quindi mandarle questo lavoro del simpatico direttore della Scuola di musica religiosa a Malines ed autore del bellissimo oratorio “Franciscus”. […] [Originale: Archivio Carrara Verdi, S. Agata]
20 marzo. V. da Genova scrive a T.:
Dev. G. Verdi
1 maggio. V. da Genova ancora a T.:
Dev. G. Verdi
1897 Febbraio. A Genova Tebaldini scorge Verdi mentre va alla posta, lo segue, lo vede entrare in farmacia e poi rientrare in casa. Il portiere di Palazzo Doria fa salire T., ma il servo, Giuseppe Gaiani, si rifiuta di annunciarlo. T. lascia il suo biglietto da visita in portineria.
17 febbraio. V., preso il biglietto, gli scrive ‘rimproverandolo’ di non essere salito.
(s.d.) T. risponde da Roma spiegando l’accaduto.
(s.d.) Tornato a Padova, invia a V. alcune sue composizioni premiate dalla Schola Cantorum di Parigi (Six Versets d’Orgue) e liriche profane inedite su versi di Antonio Fogazzaro (Ebbrezze de l’anima).
3 maggio. V. risponde da Busseto:
Suo Dev. G. Verdi
21 giugno. Da Sant’Agata V. invia a T. questo messaggio: Vivo ancora!… né fui ammalato! La ringrazio Eg. Maestro delle cortesi affettuose parola, e de suoi auguri. [Autografo: Raccolta Privata Marchesi, Parma]
Estate. T. si reca in Germania e da lì scrive a V.
12 ottobre. V. risponde:
Dev. G. Verdi.
(s.d.) T. telegrafa a V. Dovendo transitare da Bologna per recarsi a Milano, gli comunica che si sarebbe fermato a Sant’Agata a fargli visita.
(s.d.) V. risponde con lo stesso mezzo avvertendo T. di scendere a Fiorenzuola, di chiedere d’un certo vetturale il quale avrebbe avuto istruzioni per portarlo alla sua villa. Non è documentato, ma forse V. incoraggia verbalmente T. a partecipare al Concorso per direttore del Regio Conservatorio di Parma. In questa prima visita parlano di Benedetto Marcello, come predecessore di Vallotti, di Bach e naturalmente di Palestrina. V. si lascia andare a confidenze familiari e racconta della moglie che giace inferma (morirà il 14 novembre).
9 dicembre. Tebaldini è nominato direttore del Conservatorio di Parma con Regio Decreto.
23 dicembre. V. da Sant’Agata scrive a T. congratulandosi per la nomina:
Suo G. Verdi
Fine dicembre. T. invia a V. gli auguri per Natale.
31 dicembre. Da Genova V. ricambia gli auguri.
1898 Settimana di Pasqua. T. va a Parigi, inviato dalla “Rivista Musicale Italiana” dell’Editore Bocca di Torino per recensire i Pezzi Sacri di V. che vengono eseguiti per la prima volta all’Opéra, nella splendida Sala del Garnier, sotto la direzione di C.P. Taffanel.
Al ritorno T. scrive il pezzo per la “R. M. I.” e pubblica anche un articolo sulla “Gazzetta di Parma” (per entrambi, vedi “Bibliografia – scritti di”, a. 1898).
15 aprile. Verdi, avendo letto il quotidiano parmense, si rivolge a Giulio Ricordi:
(s.d.) T. fa acquistare dalle Edizioni Ricordi, per la Biblioteca del Conservatorio, partiture di Giuseppe Verdi: due esemplari di Quattro Pezzi Sacri, lo Stabat Mater e il Te Deum.
Estate. Incontri di T. con V. a Sant’Agata.
8 dicembre. Seconda esercitazione pubblica degli alunni del Conservatorio con musiche italiane del XVIII secolo.
18 dicembre. V. da Milano scrive a T. per congratularsi.
Natale. T. invia a V. gli auguri.
31 dicembre. V. risponde con un telegramma.
1899 Gennaio. Il Ministero della P.I. Guido Baccelli – per pratiche precedentemente iniziate dal Maestro Gallignani – decreta alcune riforme da attuare nel Conservatorio di Parma.
25 gennaio. T. fa pervenire al Ministro altre proposte di miglioramento. Febbraio. T. si reca a Genova (Palazzo Doria) per far conoscere a V. le innovazioni richieste e lo prega di appoggiarlo presso il Ministro. V. lo invita a pranzo e in tavola compare il servizio di posate d’oro a lui regalato nel 1862 dallo Zar di Russia in occasione della rappresentazione deLa Forza del Destino. Parlano di Franchetti.
18 febbraio. V. scrive al Ministro Baccelli chiedendo di “esaudire i desideri dell’egregio M° Tebaldini.
4 marzo. V. scrive a T. informandolo di aver interessato il Ministro.
19 marzo. T., anche a nome del Conservatorio, invia a Verdi gli auguri per San Giuseppe: Interprete pensiero professori, allievi rinnovo animo rispettoso ossequi profondi auguri vivissimi pregando La accogliere sentimenti gratitudine tutti noi con voti sua preziosa esistenza sia conservata salda testimonianza forza morale arte italiana. [Minuta: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
20 marzo. V. risponde con telegramma.
(s.d.) T. riceve una donazione di libri per la Biblioteca del Conservatorio, tra cui la monografia Giuseppe Verdi (vita aneddotica con note e aggiunte di Folchetto) di Pougin, edita da Ricordi.
Estate. T. frequenta la villa di V. a Sant’Agata dove incontra Giulio Ricordi, Arrigo Boito e la cantante Teresina Stolz, amica del Maestro.
(ottobre?) T. telegrafa a V. forse per il compleanno: Rinnovo animo rispettoso ossequi profondi, auguri vivissimi pregandola accogliere sentimenti venerazione gratitudine tutti noi. [Minuta: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
18 ottobre. Giulio Ricordi riceve una lettera con cui T. gli chiede di rinunciare ai diritti per l’esecuzione delle musiche di V. nel Concerto a lui dedicato che sta preparando.
19 ottobre. Giulio Ricordi risponde positivamente.
23 ottobre. T. scrive al Sindaco di Parma, Dottor Giovanni Mariotti, per invitarlo al Concerto del 17 novembre, nella ricorrenza del “60mo anno da che Giuseppe Verdi si presentava al pubblico della Scala per la prima volta, con l’Oberto Conte di San Bonifacio”. Qualche giorno dopo gli fa pervenire “copia dei programmi che si eseguiranno nella Sala Verdi”. [Minuta: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
(s.d.) T. telegrafa al Ministro Baccelli per chiedere di aderire alla manifestazione in onore di V.
17 novembre. Serata musicale dedicata a Giuseppe Verdi, tenuta dagli allievi del Conservatorio presso la Sala dei Concerti del Regio Conservatorio di Musica in Parma. Il Professor Giuseppe Albini dell’Università di Bologna, su invito di T., tiene un applaudito discorso. Tra il primo e il secondo tempo, interviene anche T. Il Ministro della P.I. Baccelli invia a T. un telegramma per associarsi alle feste in onore di Verdi che ringrazia con un telegramma.
(s.d.) T. si reca a Milano a trovare V., il quale è alloggiato, come d’abitudine, all’Hotel Milan in Via Manzoni.
1900 19 giugno. Nel “Saggio Finale” del Conservatorio l’alunna Dafne Zanardi esegue l’Aria, per soprano e pianoforte, “Morrò, ma prima in grazia” dall’opera Un ballo in maschera e “Ritorna vincitor” dall’Aida.
(s.d.) Per la Biblioteca T. fa acquistare Quartetto in mi minore per archi di Verdi (Ed. Ricordi) e l’edizione francese della monografia di Pougin. 27 ottobre. Guglielmo Veroni, alunno del Conservatorio, porta al Maestro una lettera in cui il suo direttore Tebaldini domanda di visitare, il giorno dopo, il parco della villa con gli allievi. V. risponde positivamente.Il Ministro dell’Istruzione Gallo invia a T. un telegramma:
Di gran cuore associomi onoranze a Giuseppe Verdi nel suo 87 genetliaco approvando con plauso proposte vossignoria. Alla festa musicale del 28 in Busseto assisterò coll’animo pieno di riverente affetto pel grande maestro. [Testo: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
28 ottobre. Nella mattinata “gita” degli studenti dell’ultimo anno del Conservatorio alla casa natale di V. alle Roncole, prima tappa della comitiva che proveniva da Parma. Il Veroni, alla stazione del tram, consegna la risposta di Verdi. Con Tebaldini e gli altri sono anche il Sindaco Giovanni Mariotti e il Prefetto Pietro Veyrat. Nella chiesa di Roncole Tebaldini suona l’organo sul quale V. si esercitava da ragazzo e che, per interessamento del Maestro, era stato restaurato da poco. Quindi, il gruppo si reca alla villa di Sant’Agata. In serata si tiene un applaudito Concerto presso il Teatro di Busseto. L’orchestra è composta da cinquanta elementi, quaranta dei quali allievi.
(s.d.) T. telegrafa al Ministro dell’Istruzione Pubblica:
Partecipai personalmente Maestro Verdi sentimenti espressi telegramma Vostra Eccellenza. Presenti Prefetto, Sindaco Parma, Maestro incaricommi commosso esprimerLe sensi gratitudine riconoscenza. Autorità cittadinanza Busseto fecero di Lei telegramma cordiale entusiastica accoglienza. Maestro degnossi salutare alunni. Concerto esito felicissimo. RinnovandoLe ossequi ringraziamenti. [Testo: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
29 ottobre. L’Ispettore disciplinare dell’Istituto, Domenico Piacentini, annota sul suo registro “Oggi gita a Busseto per dare in quel teatro un concerto e per solennizzare così la ricorrenza dell’87mo genetliaco del sommo Maestro Verdi. Tutto andò a meraviglia. Ordine perfetto. Successo pieno”. [Registro: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
Ildebrando Pizzetti scrive a Maria Stradivari (che diverrà sua moglie) una lettera in cui racconta l’incontro con Verdi.
12 novembre. Tebaldini visita per l’ultima volta Verdi a Sant’Agata. Resta a pranzo e c’è anche Teresina Stolz. Durante la conversazione il Maestro affronta l’argomento della prima esecuzione di Don Carlos all’Opéra di Parigi nel 1867 e della sua insoddisfazione per i cantanti. T. gli parla di Toscanini:
[…] In un certo momento io mi ero abbandonato ad esaltare con fervore la prodigiosa arte direttoriale di Arturo Toscanini, specie nelle interpretazioni di Beethoven e di Wagner, ma egli ad un tratto mi osservò: - Tutto per gli altri e nulla per noi? Se avessi potuto dirgli, prevedendo il prossimo futuro: - Maestro, Lui solo sarà quegli che saprà portare alla di Lei opera il fulcro di nuova vita! E così avvenne! [Appunti di G.T.: Archivio Privato Tebaldini]
21 novembre. Concerto degli alunni e dei professori, diretto da Tebaldini, nella Sala Verdi del Conservatorio. Tra le esecuzioni Ballabile “L’Estate” dall’opera I Vespri Siciliani.
4 dicembre. V. lascia Sant’Agata e parte per Milano con la cugina Maria e la Stolz.
Per Natale T. gli invia gli auguri.
27 dicembre. V. telegrafa da Milano per contraccambiarli.
1901 22 gennaio. V. si ammala.
27 gennaio. Verdi muore. Tebaldini invia un telegramma alla Signora Maria Carrara. Lo stesso giorno il Regio Conservatorio di Milano viene intitolato a “Giuseppe Verdi”.
28 gennaio. Il Dottor Mussi, Sindaco di Milano, telegrafa a T.: In omaggio disposizioni testamentarie grande estinto funerali modesti fatti dalla famiglia senza intervento rappresentanze.
[Testo: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
30 gennaio. Si celebrano i funerali. Tra i pochi intimi è presente Tebaldini.
(s.g.) gennaio. T. scrive al Ministro della P. I. per chiedere i finanziamenti necessari all’ampliamento della Sala Verdi del Conservatorio.
31 gennaio. Il Senatore Roux propone una legge che attribuisce la custodia della casa natale di V. al Conservatorio. È approvata nello stesso giorno.
1 febbraio. La legge viene discussa alla Camera dei Deputati.
2 febbraio. La Camera approva la legge in via definitiva.
3 febbraio. La Gazzetta Ufficiale pubblica la legge col n. 26.
(s.g.) febbraio. T. telegrafa al Senatore Roux e all’On.le Di Scalea.
5 febbraio. Il Ministro della P. I. Gallo telegrafa a T.. T. risponde al Ministro.
6 febbraio. T. scrive a Maria Carrara Verdi.
8 febbraio. La “Gazzetta di Parma” pubblica un articolo dal titolo “Il Monumento nazionale delle Roncole ed il Conservatorio di Parma” che informa sulla decisione dei due rami del Parlamento. Gli alunni del Conservatorio suonano nell’orchestra del Teatro Regio di Parma in occasione della Commemorazione Verdiana.
9 febbraio. Il Sindaco di Busseto, F. Corbellini, a nome del “Comitato per l’erigendo Monumento Mondiale a Giuseppe Verdi in Busseto”, nomina T. Membro del Comitato stesso:
[…] Sarò grato alla S.V. Ill.ma se vorrà mandarmi l’autorizzazione di porre, fra gli altri, il riverito di Lei nome sui manifesti a stampa. [Originale: Archivio di Stato, Brescia (deposito dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti)]
11 febbraio. Gli alunni del Conservatorio suonano nell’orchestra del Teatro Regio per il Secondo Concerto in onore di Verdi.
12 febbraio. T. ringrazia il Sindaco di Busseto per la nomina a membro del suddetto Comitato: […] Nell’accettare la lusinghiera nomina e nell’autorizzarLa a valersi del mio nome, sarò lieto se l’opera mia varrà in qualche modo a contribuire onde la nobile iniziativa riesca degna del Grande Cittadino di cui Busseto si onora e si gloria. [Minuta: Archivio Storico Conservatorio, Parma]
15 febbraio. Il Sindaco di Milano invita la rappresentanza del Conservatorio di Parma alla traslazione delle salme di Giuseppe Verdi e della di Lui consorte dal Cimitero Monumentale alla Casa di Riposo per i Musicisti.
21 febbraio. T. ringrazia il Sindaco di Milano per l’invito di una rappresentanza del Conservatorio alla solenne cerimonia.
24 febbraio. T. parte per Milano con quattro studenti della classe di composizione (Bruno Barilli, Ildebrando Pizzetti, Gilmo Candiolo e Gustavo Campanini).
25 febbraio. Il pianista e compositore Luigi Gulli, invitato dal Sindaco di Milano a partecipare alla traslazione delle salme di Verdi e consorte, con telegramma da Roma prega T. di rappresentare il Quintetto d’archi da lui diretto.
27 febbraio. T. con i quattro allievi è presente alla traslazione della salma di Verdi e della moglie Giuseppina Strepponi dal Cimitero Monumentale alla Casa di Riposo per Musicisti. Arturo Toscanini dirige l’orchestra che esegue Va’ pensiero. Tutti i presenti lo intonano in coro in un’atmosfera di comprensibile, alta commozione. T. porta gli allievi alla Scala per assistere alla rappresentazione dell’Elisir d’amore di Donizetti
28 febbraio. T. torna alla Scala con gli studenti per il Tristano e Isotta di Wagner. Toscanini, che è il direttore d’orchestra, gli aveva fatto pervenire i biglietti-omaggio.
3 maggio. Con R. Decreto viene approvato il nuovo Statuto del R. Conservatorio formulato da Tebaldini e appoggiato da Verdi.
1913 20 gennaio. T. da Loreto a Ildebrando Pizzetti (allora insegnante di armonia e contrappunto al R. Conservatorio di Musica di Firenze):
[…] Il M° Tacchinardi mi scrisse infatti di voler accettare di far parte della Commissione aggiudicatrice del Concorso verdiano indetto da codesto R. Istituto Musicale. Ho risposto ringraziando ben lieto di poter accogliere la sua proposta. Ringrazio te pure. [Autografo: Biblioteca Palatina–Sezione Musicale (Fondo Pizzetti), Parma]
11 maggio. T. tiene una commemorazione verdiana per il primo centenario della nascita, presso il Teatro Nuova Fenice di Osimo. (Leggi testo relativo)
20 luglio. T. organizza una Commemorazione Verdiana a Loreto con l’oratore Prof. Giovanni Borelli, un Concerto Bandistico pomeridiano con brani tratti da opere di Verdi e in serata un “Concerto di Musica Verdiana” al Teatro Comunale con l’ ”Allegro” 1° Tempo dal Quartetto in mi minore, “Quando la sera al placido” da Luisa Miller, “A solo” da I Lombardi alla prima Crociata, “Pace mio Dio” da La Forza del destino, “De’ miei bollenti spiriti” da La Traviata, Ave Maria, “Andantino e Scherzo – Fuga” dal Quartetto in mi minore, “Duetto” dal Rigoletto.
24 settembre. T. tiene una commemorazione verdiana al Teatro Feronia di San Severino Marche.
28 settembre. T. tiene un’altra commemorazione di Verdi al Teatro Cicconi di Sant’Elpidio a Mare.
29 settembre. T. viene invitato a far parte del Comitato per le Onoranze Popolari a Giuseppe Verdi, come “persona competentissima”, per il Concorso Nazionale di Società Corali del 4-5 ottobre a Milano.
7 ottobre. Luigi Sturzo, Sindaco di Caltagirone, invia a T. (residente a Loreto) un telegramma relativo alle onoranze a Giuseppe Verdi nel primo centenario della nascita:
Se andrà a Milano corteo verdiano dodici corrente pregola farmi conoscere se accetta rappresentanza questo municipio. [Testo: Archivio di Stato, Brescia (deposito dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti)]
20 ottobre. T. commemora V. al Teatro Lauro Rossi di Macerata per l’Associazione “Pro Cultura”.
30 ottobre. Commemorazione verdiana di T. organizzata dal Comitato Ricreatorio presso la Sala Vittoria di Recanati.
1914 27 gennaio. Commemorazione verdiana di T. a Roma, nell’Aula Magna della Cancelleria per il Circolo Universitario Cattolico. Dopo il discorso, esecuzione del Pater noster, a 5 voci sole volgarizzato da Dante, e brani dalla Messa da Requiem di Verdi. Debutta il tenore Beniamino Gigli. (Leggi testo relativo)
1917 23 e 26 dicembre. Nella Chiesa di S. Giacomo Maggiore di Bologna, a cura della Società del Risveglio, T. organizza e dirige i Concerti Spirituali a beneficio dei profughi veneti. In programma anche Recordare, per soprano (Dora De Giovanni) e mezzo soprano (Maria Pedrazzi), Ingemisco per tenore (Alessandro Bonci) dalla Messa da Requiem di Verdi.
1926 20 maggio. A Napoli, nella Sala Maggiore del Regio Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella, T. commemora Verdi, chiamato da Francesco Cilèa, Direttore del Conservatorio stesso. Dal quaderno autografo delle “Conferenze e corsi d’istruzione” di T.:
Sala molto affollata di pubblico assai distinto e autorevole. Buona giornata. Ero in voce ed in vena. Parte del discorso è stato pubblicato nel Mattino di domenica 23 maggio. Ho poi diretto il Pater Noster a 5 voci di Verdi. Impresa ardua e faticosa. Maria Caniglia esordiente primo soprano. [Autografo: APTe]
1941 3 gennaio. Il Presidente dell’Associazione “Pro Parma” chiede a T. cimeli verdiani da esporre nella mostra al Ridotto del Regio Teatro (27 gennaio - 27 febbraio).
1950 15 luglio. Il Professor Natale Gallini di Milano scrive a T. in qualità di Segretario del Comitato per le onoranze a Verdi nel primo cinquantenario della morte.
24 ottobre. Gallini scrive a T. che vorrebbe per Verdiana, rivista edita dal Comitato, “una serie di ricordi intorno alla ‘giornata abituale’ di Verdi”. [Autografo di G.T.: Archivio Privato Tebaldini]
30 dicembre. Il Sovrintendente al Teatro alla Scala Antonio Ghiringhelli e il Sindaco di Milano Antonio Greppi scrivono a T.
1951 9 gennaio. Gallini ringrazia T. del “bellissimo articolo per Verdiana” (v. “Bibliografia – scritti di” a. 1951).
6 giugno. Conferenza di T. su Giuseppe Verdi allo Studentato dei Padri Sacramentini di San Benedetto del Tronto, cittadina dove si era stabilito da alcuni anni, presso la famiglia della figlia Brigida.
10 ottobre. Ultima commemorazione di Verdi da parte di T. al Circolo Cittadino di San Benedetto del Tronto. Segue un concerto di musiche verdiane.
1952 Metà aprile. T. è colpito da trombosi.
11 maggio. Giovanni Tebaldini muore a San Benedetto del Tronto.
(adattamento da Idealità convergenti – Giuseppe Verdi e Giovanni Tebaldini, a cura di Anna Maria Novelli e Luciano Marucci, D’Auria Editrice, pp. 27-39 - vedi "Pubblicazioni attuali" ed "Epistolario" per il "Carteggio Verdi-Tebaldini")
Giuseppe Verdi, acquaforte di Carlo Chessa con dedica autografa: “All’Egr. Tebaldini G. Verdi. Genova Le Aperte 1898” |
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