Feste aloisiane – Vicenza
[…] Per la festa del Santo, la Domenica, sorse la felice idea di invitare a Vicenza la Schola Cantorum di Venezia, diretta da quel valente m. Giovanni Tebaldini. L’idea ebbe l’appoggio di tutti gli amici della riforma e di molti musicisti. Tebaldini accettò l’incarico, venne con la sua numerosa schiera di allievi e fece conoscere a Vicenza della musica grande e veramente sacra, fece gustare una esecuzione felicissima nelle chiese di Vicenza certo più udita. Il clou, mi si permetta la parola profana, della giornata fu la Messa Pontificale del mattino con musica a voci miste […]. L’aspettazione della cittadinanza, anche per molte cause precedenti e concomitanti, era grandissima e fors’anco diffidente: ma credo non andar errato nell’affermare che eccettuati i cantori cittadini per aversi veduto messi da parte (giustamente del resto) e qualche campanilista ostinato o avversario per cattiveria, la massa intelligente rimase fortemente e grandissimamente impressionata. La polifonia classica così sapientemente e severamente sacra, il canto Gregoriano così santamente ispirato, ebbero nel complesso dagli allievi del maestro Tebaldini una esecuzione fine, una interpretazione meravigliosa. Il Tebaldini, eletta anima d’artista, educato alla vera scuola della musica di chiesa ed a forti studi musicali estetici liturgici, sa trasfondere nei suoi scolari tutta la sua passione artistica, tutto il suo sentimento religioso. L’interpretazione della poderosa e difficile messa del Lotti fu sopra ogni eccezione: Tebaldini ha l’intuito di quello stile, ne sviscera tutte le bellezze, tutte le finezze, l’espressione. E quale intonazione perfetta, quanta fusione, qual metodo eletto di canto che giustezza di coloriti in quelle esecuzioni! Come sono meravigliosi quei ragazzini! Piacque moltissimo il modo di eseguire il Gregoriano: quanto i nostri sacerdoti avrebbero da imparare! Impressionarono assai anche le risposte al Celebrante fatte pure in Gregoriano. L’effetto infine fu stupendo, quella musica ispirata si ripercoteva, s’innalzava come coro celeste per le volte severe ed artistiche del vetusto tempio. Come la pietà, la divozione, il raccoglimento ne venivano accresciuti! Oh, quella sì che era vera musica sacra! La musica della sera, come dissi prima, a voci uguali, piacque anche, specialmente i falsi-bordoni e l’Iste Confessor del Tebaldini, un lavoro serissimo e di buon effetto. […] aggiungo anch’io le mie più vive congratulazioni e a tutti gli allievi e al maestro Tebaldini, forte campione della riforma. Come pure una sincera lode si merita il giovane organista della Schola, Oreste Ravanello, forte promessa dell’arte organistica.
Vicetinus1
(stralci da “Musica Sacra”, a. XV, n. 7, Roma, luglio 1891, pp. 109-10)
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1. Vicetinus: autore non identificato.
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