[Lettera dedicatoria a Giovanni Tebaldini]

 

 

Carissimo Maestro,

si ricorda?… Quattordici anni or sono Ella iniziava al Conservatorio di Parma le sue belle lezioni di Canto gregoriano, invitando ad assistervi gli alunni delle Scuole di Composizione.

Si ricorda? Non so. Ma ben me ne ricordo io, ed ho sempre in mente i suoi insegnamenti preziosi, e ricordo il fervore che faceva vibrare la Sua voce, mentre Ella si studiava di far comprendere e sentire ai giovani discepoli la divina bellezza delle antiche melodie onde volle essere espressa la fervida intimità degli uomini cui la parola di Cristo uomo aveva recato il conforto di una speranza suprema.

Ella parlava a noi giovani delle melodie liturgiche latine, e ce le faceva conoscere ed ammirare, perché in essa è un meraviglioso tesoro di espressioni che un musicista non può ignorare senza vergogna.

Ma c’era, …allora, chi voleva vedere nelle sue lezioni una pura e semplice manifestazione di clericalismo e di propaganda clericale!…

Ma non voglio ora ricordarle i per Lei tristi anni del Suo direttorato al Conservatorio di Parma; dico tristi per Lei perché la Sua intelligentissima opera di riforme didattiche, che avrebbe dovuto essere non solo riconosciuta ma benedetta, dentro e fuori del Conservatorio, fu avversata, osteggiata accanitamente senza ragione alcuna…

Io so, ed è la verità vera, che anni fecondi di buoni risultati ce n’erano stati ben pochi, per il Conservatorio di Parma, prima che Ella se ne assumesse la direzione: e ve ne son stati anche meno, dopo.

E per me so che al Suo esempio e ai Suoi insegnamenti io debbo non solo alcuni degli anni di mia vita più dolci a ricordare, ma anche l’aver sentita la necessità di studiare amorosamente le antichissime musiche e teorie musicali.

De’ miei studi intorno alle musiche antichissime, latine e greche in ispecie, è testimonianza questo modesto opuscolo, ed io La prego di accettarne la dedica in segno della memore gratitudine e del non mutabile affetto che nutre per Lei il Suo

 

Ildebrando Pizzetti1

 

Firenze, febbraio 1913

 

(da La musica dei Greci, Casa Ed. Musica, Roma, 1914, pp. I-III)

 

[Per evitare rimandi, il testo della Lettera dedicatoria, già inserito in “I luoghi dell’avventura artistica / L’odissea parmense”, è stato riportato anche qui]

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1. Ildebrando Pizzetti (Parma, 1880 – Roma, 1968) studiò al R. Conservatorio di Musica di Parma, prima sotto la direzione di Giuseppe Gallignani e dal 1897 del Tebaldini. Dal 1908 insegnò composizione nel medesimo Conservatorio per passare, come docente di armonia e contrappunto, all’Istituto Musicale di Firenze che diresse dal 1917. Nel 1924 fu nominato direttore del Conservatorio di Milano. Nel 1936 occupò la cattedra di perfezionamento di composizione nel Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Riconosciuto come uno dei massimi compositori del Novecento, ha prodotto importanti opere anche su suoi testi. Tra le più note La figlia di Jorio, Fedra, Assassinio nella Cattedrale. Ebbe un fecondo sodalizio con Gabriele D’Annunzio.

 

 

 

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