[I precursori]

 

 

“Se di precursori è lecito parlare, meglio che al gruppo martucciano che ho più sopra escluso da questa funzione, si deve ricorrere più logicamente a due musicisti e a un didatta precorritore dei tempi: cioè a Lorenzo Perosi, a Ermanno Wolf-Ferrari e Giovanni Tebaldini. […]

Quanto a Giovanni Tebaldini egli svolgeva già, fra il 1897 e il 900, un’opera oltremodo salutare come insegnante nelle mura del Conservatorio di Parma di cui era direttore, restaurando lo studio del Canto gregoriano, rivelandone le bellezze imperiture e la sua capacità a fecondare lo spirito moderno, e richiamando gli allievi all’amore ed allo studio della polifonia classica.

Opera quella del Tebaldini, tanto più apprezzabile in quanto esercitata in un ambiente da cui egli ebbe incomprensione, derisione e dolori molti. Ma il suo seme non fu gettato invano; dalla sua scuola di alti insegnamenti doveva uscire – fra gli altri – Ildebrando Pizzetti, che da quel momento doveva trarre in gran parte la elevatezza della sua attività artistica, che per questa intonazione di alti spiriti, sta al di sopra di tutta la produzione musicale italiana moderna e forse non solo italiana”.

Adelmo Damerini1

 

(dalla Conferenza Il ‘900 musicale italiano, Piacenza, febbraio 1932)

 

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1.  Adelmo Damerini (Carmignano di Firenze, 1880 – Firenze, 1976), diplomato in composizione nel 1918, ha prodotto una Messa, molti Mottetti, Salmi, Inni e Sequenze eseguiti spesso nella cattedrale di Pistoia. Ha scritto articoli di critica su quotidiani come “La Nazione” e “L’Avanti!” e su diverse riviste. Insegnò Storia della Musica al Conservatorio di Palermo e fu bibliotecario di quella scuola, per passare, poi, con lo stesso incarico nei Conservatori di Parma e Firenze. Ha scritto spesso di Tebaldini e la prefazione al suo libro su Pizzetti del 1931.

 

 

 

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