Rifioritura di musica italiana antica
Per le future esecuzioni
[…] Il vivo e schietto, e per molti impreveduto, successo ottenuto martedì sera all’Augusteo dal Concerto di musica antica italiana diretto da Giovanni Tebaldini – tutti quanti da anni e anni abbiamo lavorato per il culto e la rievocazione della bella musica italiana abbiamo provato una intensa emozione al vedere il popolo gioire dinanzi alla sua musica come se avesse ritrovati imprevistamente dei tesori o dei cari oggetti perduti, e condividere così ardentemente il nostro culto e il nostro amore – ha segnato, io credo, una data storica. Esso è uno dei primi sintomi manifesti, direi quasi brutali, di un movimento vigoroso e rapidamente progrediente, verso l’italianità, che sta operando e ben presto compirà una profonda trasformazione nelle esecuzioni, nell’insegnamento, nella produzione musicale italiana. Mirabile movimento questa rinascita del sentimento e della coscienza nazionale, che doveva avere fatalmente la sua ripercussione nella musica: ripercussione che da principio sarà forse eccessiva, cieca, incomposta; ma che non sarà delle altre meno feconda, e non avrà risultati meno belli e duraturi. Finalmente la natura si risveglia, e fa valere imperiosamente i suoi diritti, dopo un periodo di incertezze e di false idolatrie. Ed è curioso questo fenomeno – che mi ricorda certi episodi della Rivoluzione francese quando da un giorno all’altro l’Estrema sinistra diventava Estrema destra ed i rivoluzionari di oggi domani erano suppliziati come reazionari – per cui con rapidità fulminea si sono spostati certi valori e si sono rovesciate certe posizioni. Gli snobisti straussiani e debussyani son caduti in disgrazia. E i modesti cultori della bella musica italiana – cui ieri erasi creato un tale stato di cose che li metteva in condizioni opposte di Mida: Mida tutto ciò che toccava cambiava in oro, mentre l’antica musica italiana era tale che chiunque la toccasse diventava per ciò stesso e inesorabilmente asino, e si attirava addosso tutti gli attributi asineschi: paziente…, e pur troppo era anche troppo spesso bastonato – diventano oggi i benemeriti e gli eroi. […]
Domenico Alaleona1(da “Musica”, Roma, 21 aprile 1912, p. 1)
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1. Domenico Alaleona (Montegiorgio-A.P. 1881 – Roma 1928), compiuti gli studi musicali al Conservatorio di S. Cecilia di Roma, si diplomò nel 1906. L’anno dopo conseguì anche la laurea in lettere. Fu stimato direttore d’orchestra all’Augusteo e successivamente professore di storia ed estetica musicale al predetto Conservatorio. Come Tebaldini, propugnava lo studio del patrimonio musicale antico per l’affermazione dell’italianità. Ha prodotto varie composizioni, ha tenuto applaudite conferenze e collaborato, come critico musicale, alle più importanti riviste.
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